IMPRO JAZZ N. 146 (FR) – giugno 2008
Comanda Barabba! En voici du moins cinq qui ne semblent pas s’etre posé trop de questions préalables et balancent leur jazz immédiat et corsé avec le meme appétit de jouer que s’ils engouffraient un plat régional, arrosé d’une bonne et franche bouteille. Derrière le carton de la pochette, sur laquelle un docte matou, proprement stylisé, nous tance d’importance, se cachent, en effet, cinq musiciens venus d’horizons et de background divers, mais animés d’un meme souci l’efficacité. Certes, il y a moins de recherche dans le post-bop chauffé à blanc qu’ils donnérent en pàture, ce 13 décembre 2005, au public romain de RadioRai, que chez Cage ou Braxton, mais, en meme temps, ca joue, comme on dit, du feu de Dieu, ca déborde d’inventions malignes et ca n’économise ni la sueur, ni les neurones. A l’origine, donc, un quartet né à Bologne en 2000 et dont le but avoué était l’interprétation collective d’un répertoire original, au sens de personnel, confiè à la plume du pianiste Nicola Guazzaloca. Le groupe fit bien vite parler de lui gràce à la belle énergie dégagée au cours de ses multiples concerts, rencontra d’autres passionés du meme tonneau, invita nombre de collègues à se joindre à la fiesta de ses presentations et se fixa, finalement, sur le format du quintet avec rythmique classiques et deux saxophones, alto et baryton. Les compositions on question sont donc signées Guazzaloca, avec l’exeption du sixième titre du au baryton, et oscillent entre passages écrits totalement arrangés et larges plages improvisées où l’on sent poindre l’appeténce de chacun pour un free jazz assez classique, mais totalement décomplexé et, par là meme, terriblement juste. Gros son de contrebasse que Luca Bernard parvient à domestiquer puis à mettre sur orbitre. Batterie volubile, voire intarissable, à peine retenue par Gaetano Alfonsi. Piano sur de son bon droit et toujours de bon gout. Saxes enfin, en la personne de Timothy Trevor-Briscoe et Christian Ferlaino, allant souvent par deux, aussi complices que bons vivants et tolérant, avec plus d’exication encore que d’indulgence, les frasques libertaires de l’autre. Plus frignants amants que vieux couple, en somme! En bref, fuse et tournoie et ca profite largement de ce que d’aucuns, jadis, découvrirent pour s’en mettre jusque-là et régaler, par la meme occasion, l’auditeur qui aurait bien tort de faire la fine bouche devant une telle débauche de sonorités cuivrées et de rythmes endiablés.
MUSICA JAZZ (Libero Farnè) – aprile 2007
[Consigliato come disco del mese]
[Votati al Top Jazz fra le migliori formazioni dell’anno]
L’associazione bolognese Bassesfere continua nella meritoria promozione di jazzisti giovani e di talento, comunque fautori di una visione musicale avanzata. Comanda Barabba, costituito nel 2000, è solo un quintetto, ma la varietà e la densità delle soluzioni musicali lo fanno sembrare un organico ben più ampio. Merito soprattutto delle composizioni e degli arrangiamenti di Guazzaloca, che usano al meglio le peculiarità dei parthner: tutti bravi, anche se l’esperto, mobilissimo contraltista inglese Tim trevor-Briscoe emerge in particolare evidenza. La marcata concezione compositiva di Guazzaloca sembra partire da Monk per immettersi su sentieri più accidentati, inanellando diversi temi fra loro; per inciso il motivo principale del brano d’apertura ricorda casualmente The Fearless Five di Enrico Rava. Gli arrangiamenti, gli impasti timbrici, le alternanze dinamiche fanno invece rivivere le temperie mingusiane: in particolare, all’interno di persistenze e cambi di direzione, prendono corpo gli affascinanti intrecci tra le voci complementari dell’accoppiata baritono-contralto. Freschezza e intelligenza insieme costituiscono quindi le armi vincenti di questo disco sorprendente che, registrato dal vivo presso il centro di produzione di Radio3, si avvale fra l’altro di una delle copertine più originali, per semplicità e comunicativa, dell’intera storia del Cd.
ALL ABOUT JAZZ (Angelo Leonardi) – maggio 2007
Nato nel 1999 a Bologna, il quintetto Comanda Barabba orbita nella sfera del Collettivo Bassesfere che ha incluso quest’esordio discografico nel catalogo della sua etichetta. Il lavoro è stato inciso il 13 dicembre 2005 (grazie al sostegno di Pino Saulo e dei colleghi di Radio 3 “Battiti”), dopo sei anni di esistenza della formazione e viene pubblicato in una confezione tanto spartana quanto originale: in un’epoca iper-consumistica dove il packaging conta più del contenuto e l’immagine più del pensiero, tutto ciò la dice lunga sull’identità del gruppo e sulla collocazione in ambito nazionale. L’estetica di riferimento è quella d’avanguardia ma il gruppo sa operare una bella sintesi tra le forme canoniche del jazz moderno e la libera improvvisazione: ne risulta una musica coinvolgente e ricca di tensione, caratterizzata da mutamenti di clima, dove la libertà dei singoli non prescinde mai da una solida struttura formale. Dietro le scelte del collettivo (ed in particolare di Nicola Guazzaloca, che ha scritto temi e arrangiamenti) c’è la grande lezione del jazz nero-americano, quello di Mingus, Dolphy, Coltrane, Threadgill o William Parker. Il quintetto bolognese si muove sulle stesse coordinate espressive che animano altri giovani collettivi italiani (ad esempio il Collettivo jazzisti autogestiti milanesi, che si ritrova nella Blast Unit Orchestra): un elogio del jazz nelle sue forme più vibranti, che guarda al futuro senza tagliare i ponti con le radici. Spiace che la dedizione e le doti artistiche di queste realtà non abbiano i riconoscimenti che meritano. Il quintetto si caratterizza principalmente in quanto collettivo coeso e simpatetico ma non per questo sacrifica ottime individualità: le due più evidenti il sax contralto inglese Timoty Trevor-Briscoe (dall’eloquio ispirato e fluente) e il sax baritono Christian Ferlaino (ritmicamente fantasioso e dal timbro possente). Un gruppo da seguire e sostenere.
JAZZ IT (Gianpaolo Chiriacò) – marzo 2007
Molto improvvisato ma mai disordinato, così si presenta questo “Live in Rome 2005”. I moduli adoperati non sono illimitati – e sono perlopiù fondati su un dialogo incessante – ma stupisce l’originalità che riescono a conseguire: le idee si susseguono sempre fresche, in virtù di uno spiccato uso della proprietà commutativa e di un interplay che viaggia ad alti livelli. Vale da esempio Mutandòsi: nell’arco del pezzo si alternano un tema frizzante, un dibattito tra i sassofoni, un drumming più robusto, gli interventi del pianoforte; e poi ancora l’ostinato del contrabbasso in primo piano, su cui nuovamente si stagliano contralto e pianoforte, e poi via via gli altri. E tutto questo senza mai allontanarsi dall’idea iniziale, dal nucleo tematico: conservato e valorizzato nella sua essenza. I Comanda Barabba suonano molto bene insieme; e non dimenticano mai di condire il tutto con uno spirito giocoso e una buona dose di ironia.
BLOW UP (Enrico Bettinello) – marzo 2007
Con titoli come Culetti Misteriosi e Mutandòsi, ci si predispone con piacere al jazz dei Comanda Barabba. Guidati dal pianista Nicola Guazzaloca, i nostri cinque irriverenti, ma assai preparati, musicisti – qui registrati dal vivo in quell’oasi di qualità sonora che è ancora la notte di Radio3 guidata da Pino Saulo e dai suoi collaboratori – costruiscono un disco convincente, di sapore vagamente “olandese” per le beffarde interpunzioni dei fiati e la giocosità delle linee. Ma quando c’è da “cucinare” il ritmo per bene, i ragazzi lo sanno fare e per il sax alto di Timothy Trevor-Briscoe e l’abrasivo baritono di Christian Ferlaino c’è la possibilità di soffiare sulle braci. Avanti così!
IL MUCCHIO (Alessandro Besselva Averame) – marzo 2007
Registrato dal vivo il 13 dicembre 2005 nella sala B del centro di produzione Rai per la trasmissione radiofonica “Battiti” (Radio 3), questo “Live in Rome 2005” è un’ottima manifestazione di eclettismo musicale da parte dei Comanda Barabba, quintetto impegnato in una personalissima interpretazione della tradizione jazz. Strumentazione canonica (piano, batteria, contrabbasso, sax contralto e baritono) e una marcata propensione a fuggire dai confini si fondono in marce circensi e dissonanti, evoluzioni e costruzioni collettive che improvvisamente si dissolvono in rumorismi e improvvisazioni per poi tornare a malinconie e paesaggi lunari. Colpisce l’inventiva, l’equilibrio tra padronanza dei mezzi e capacità di abbandonarne gli approdi più sicuri dove necessario, così come il ritrovarsi dei musicisti sulla stessa lunghezza d’onda di passate esplorazioni in territori jazz rock (per citare qualche consonanza che si incontra qua e là: Soft Machine, Henry Cow, Area) senza per questo apparire in qualche modo derivativi, e anzi capaci di passare in pochi istanti, ne “La faccia nei calzini”, dalla improvvisazione percussiva iniziale alle atmosfere d’antan che riportano la formazione in territori più classici, senza però macchiarsi di alcuna leziosità. Una musica che merita di uscire dal circuito di appartenenza per catturare l’attenzione di chiunque non cerchi conferme ma stimoli. Molto bravi.
JAZZMAGAZINE (E.P.) – Giugno 2007
Il cd è il risultato di un bel concerto organizzato nel dicembre 2005 da Pino Saulo nella sala B di Radio Rai (Roma), pubblicato di recente da Bassesferec, label dell’associazione bolognese Bassesfere, interessata alla produzione delle migliori realtà della musica improvvisata. Gli ottimi Comanda Barabba comprendono Timothy Trevor-Briscoe e Christian Ferlaino ai sassofoni, il pianista Nicola Guazzaloca, il contrabbassista Luca Bernard e il batterista Gaetano Alfonsi. Il quintetto è molto attivo nel milieu culturale del new jazz nostrano, un gruppo stilisticamente stratificato e culturalmente coerente, capace di ironizzare con parentesi cabarettistiche, o tuffarsi in rabbiose improvvisazioni dai tratti aleatori, o strizzare l’occhio al grande jazz del passato (dallo swing, al modale, al free). Divertenti e molto preparati. (E.P.)
ALTREMUSICHE.IT Di Michele Coralli
Dalla fucina Bassesfere un collettivo ad assetto variabile che qui registra sul prestigioso palcoscenico “out” di Radio Tre (Battiti) un live co-prodotto assieme alla radio di Stato. Un buon obiettivo raggiunto per un mondo in trincea come quello del jazz che vive sulle frontiere. I Comanda Barabba sono un quintetto costituito da Nicola Guazzaloca (piano), Christian Ferlaino (sax baritono), Timothy Trevor-Briscoe (sax alto), Luca Bernard (basso) e Gaetano Alfonsi (batteria). L’impianto e il linguaggio sono decisamente orientati ad un antico hard-bop con quel tipo di gestione tema/assolo. Ovviamente sono diversi i momenti di discontinuità con quel tipo di condotta: prima di tutto il materiale tematico che, per quanto legato ad un certo tipo di tradizione, si muove ormai su terreni le cui dimensioni sono sempre più angolose, sghembe e asimmetriche. Gli assolo vengono trattati, da una parte come momenti di reale contrappunto di gruppo, dall’altra come momenti conversativi, tipici di certi excursus del free più versatile e raffinato. Quanto a certi scadimenti blues (sono ovviamente punti di vista soggettivi) li imputiamo forse più alla location che non alle reali corde del gruppo. Se così non fosse ci troveremmo di fronte ad un altro gruppo “new jazz, but old”.
PERCUSSIONI (Mario A. Riggio) – maggio 2007
Comanda Barabba è il frutto dell’incontro tra musicisti accomunati dalla formazione jazzistica e dalla voglia di sperimentare materiale originale. La musica alterna parti arrangiate in dettaglio a improvvisazioni che rimandano al free degli anni ’70 (se non a quello degli anni ’60). Anche le parti libere, però, evidenziano strutture ritmiche e melodiche ben costruite, punti di di appoggio che rendono i brani definiti e riconoscibili, nonostante l’assoluta libertà dei musicisti. In un simile contesto, l’esibizione dal vivo fotografa esattamente lo spirito del gruppo. L’apporto ritmico di Gaetano Alfonsi è il collante fondamentale che lega le strutture ritmiche di fiati, piano e basso. Il batterista ha suono e dinamica, accompagna rispettando la musicalità dei suoi compagni, è perfetto negli obbligato e disinibito nelle improvvisazioni, come nel brano “La faccia nei Calzini”. Gaetano è uno swingatore di gran classe, con un’ottima scelta del suono, cosa rara di questi tempi.